Stavo con loro praticamente gran parte della giornata, e con
l’aiuto di altre due mie compagne di classe mi prendevo cura di loro, nel senso
che cercavo di tenerli sempre occupati, magari preparandogli delle attività o
dei giochi da fare insieme. Premetto che all’inizio di questa esperienza avevo delle
incertezze, se effettivamente sarei riuscita a stare con loro e a farli sentire
a loro agio. Non sapevo come comportarmi e come atteggiarmi nei loro confronti,
non sapevo come prenderli, cosa dirgli, si insomma non credevo abbastanza in me
stessa; perché non avevo mai fatto una cosa del genere e avevo paura di
sentirmi un po’ a disagio, e magari sentendomi così avrei fatto stare male
anche loro.
Ma devo dire che questa esperienza mi ha fatto crescere sul
serio, forse grazie a questo sono riuscita a vivere i miei giorni con più
felicità perché queste persone mi hanno fatto capire che non serve a niente
piangersi addosso o stare male per delle sciocchezze perché loro pur stando
peggio riuscivano sempre ad avere il sorriso stampato in viso, e vivevano le
loro giornate assaporandosi istante per istante, meravigliandosi di avere quel
poco, ma che per loro era un gran tesoro ringraziando ogni giorno Dio di
esserci e di essere così.
Forse tutto ciò che chiedevano era solo un po’ d’affetto, e
mi sentivo così gratificata quando mi venivano vicino e mi abbracciavano.
Con questi loro
semplici gesti capivo che forse gli stavo dando proprio ciò che loro cercavano
e questo mi faceva provare delle emozioni che mai avrei pensato, son riuscita
subito ad ambientarmi con loro, perché alla fine non sono dei “mostri”, o
persone “diverse” come spesso tutti pensano, ma sono semplicemente persone come
noi, anzi in certi anche aspetti meglio di noi, che hanno capito veramente cose
vuol dire vivere la vita e cos’è il dolore.
Grazie a loro, ho imparato a non soffermarmi solo sulle
apparenze e alle cose superficiali, ma a vivere la vita con più serenità
scavando più a fondo, anche sulle piccole cose e piccoli gesti di tutti i
giorni. Da questa esperienza ho capito anche che prendersi cura dell’altro non
è solo accudirlo ed educarlo, ma è anche preoccuparsi di lui, dargli fiducia e
perché no, lasciarlo sbagliare per aiutarlo a crescere, rispettare i suoi tempi
e proteggerlo.
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